ROBERT DOISNEAU
La street photography dell’artista parigino dal 27 agosto al 20 settembre 2020 a Bologna
Palazzo Pallavicini è lieto di annunciare un'ulteriore proroga della mostra ROBERT DOISNEAU che resterà aperta fino al 20 settembre 2020. Dopo la pausa estiva dal 10 al 26 agosto, ritorneranno i consueti appuntamenti con Palazzo Pallavicini a orario continuato dalle 11.00 alle 20.00, dal giovedì alla domenica: un'occasione da non perdere per tutti gli appassionati e i curiosi che non hanno avuto l'occasione di scoprire gli scatti del padre della fotografia umanista e per tutti i visitatori che desiderano ripetere l’esperienza.
LA MOSTRA -
L’esposizione dedicata al grande fotografo parigino Robert Doisneau celebre per il suo approccio poetico alla street photography autore di Le baiser de l'hôtel de ville, una delle immagini più famose della storia della fotografia del secondo dopoguerra, è curata dall’Atelier Robert Doisneau (Montrouge, Fr) ed è organizzata da Pallavicini s.r.l. di Chiara Campagnoli, Deborah Petroni e Rubens Fogacci in collaborazione con diChroma photography.
L’ampia retrospettiva è il risultato di un ambizioso progetto del 1986 di Francine Deroudille e della sorella Annette Doisneau che hanno selezionato, da 450mila negativi prodotti in oltre 60 anni di attività del padre, le 143 immagini della mostra che ci raccontano l’appassionante storia autobiografica dell’artista.
I sobborghi grigi delle periferie parigine, le fabbriche, i piccoli negozi, i bambini solitari o ribelli, la guerra dalla parte della Resistenza, il popolo parigino al lavoro o in festa, gli scorci nella campagna francese, gli incontri con artisti e le celebrità dell’epoca, il mondo della moda e i personaggi eccentrici incontrati nei caffè parigini, sono i protagonisti del racconto fotografico di un mondo che “non ha nulla a che fare con la realtà, ma è infinitamente più interessante”. Doisneau non cattura la vita così come si presenta, ma come vuole che sia. Di natura ribelle, il suo lavoro è intriso di momenti di disobbedienza e di rifiuto per le regole stabilite, di immagini giocose e ironiche giustapposizioni di elementi tradizionali e anticonformisti.
Influenzato dall'opera di André Kertész, Eugène Atget e Henri Cartier-Bresson, Doisneau conferisce importanza e dignità alla cultura di strada, con una particolare attenzione per i bambini, di cui coglie momenti di libertà e di gioco fuori dal controllo dei genitori, trasmettendoci una visione affascinante della fragilità umana.
Le meraviglie della vita quotidiana sono così eccitanti;
nessun regista può ricreare l'inaspettato che trovi per strada.
Robert Doisneau.
L'EXPOSITION -
L'exposition ROBERT DOISNEAU est organisée par l'Atelier Robert Doisneau (Montrouge, Fr), créé par Francine Deroudille et Annette Doisneau pour préserver et représenter les œuvres du photographe, et est organisé par Pallavicini s.r.l. par Chiara Campagnoli, Deborah Petroni et Rubens Fogacci en collaboration avec diChroma photography.
143 œuvres sont exposées dans les prestigieuses salles de la Via San Felice, toutes de l'Atelier. L'exposition est le résultat d'un ambitieux projet de 1986 de Francine Deroudille et de sa sœur Annette - les filles de Robert Doisneau - qui ont sélectionné parmi 450 000 négatifs produits en plus de 60 ans d'activité de l'artiste, les images de l'exposition qui raconter l'histoire autobiographique passionnante de l'artiste.
Robert Doisneau Mademoiselle Anita, Paris 1951 © Atelier Robert Doisneau |
I sobborghi grigi delle periferie parigine, le fabbriche, i piccoli negozi, i bambini solitari o ribelli, la guerra dalla parte della Resistenza, il popolo parigino al lavoro o in festa, gli scorci nella campagna francese, gli incontri con artisti e le celebrità dell’epoca, il mondo della moda e i personaggi eccentrici incontrati nei caffè parigini, sono i protagonisti del racconto fotografico di un mondo che “non ha nulla a che fare con la realtà, ma è infinitamente più interessante”. Doisneau non cattura la vita così come si presenta, ma come vuole che sia. Di natura ribelle, il suo lavoro è intriso di momenti di disobbedienza e di rifiuto per le regole stabilite, di immagini giocose e ironiche giustapposizioni di elementi tradizionali e anticonformisti. Les banlieues grises de la banlieue parisienne, les usines, les petites boutiques, les enfants solitaires ou rebelles, la guerre du côté de la Résistance, le peuple parisien au travail ou en fête, les vues de la campagne française, les rencontres avec les artistes et les célébrités des L'époque, le monde de la mode et les personnages excentriques rencontrés dans les cafés parisiens, sont les protagonistes de l'histoire photographique d'un monde qui "n'a rien à voir avec la réalité, mais est infiniment plus intéressant". Doisneau ne capture pas la vie telle qu'elle apparaît, mais telle qu'elle la souhaite. De nature rebelle, son travail est imprégné d'instants de désobéissance et de rejet des règles établies, de juxtapositions ludiques et ironiques d'éléments traditionnels et non conformistes. Influenzato dall'opera di André Kertész, Eugène Atget e Henri Cartier-Bresson, Doisneau conferisce importanza e dignità alla cultura di strada, con una particolare attenzione per i bambini, di cui coglie momenti di libertà e di gioco fuori dal controllo dei genitori, trasmettendoci una visione affascinante della fragilità umana. Influencé par le travail d'André Kertész, Eugène Atget et Henri Cartier-Bresson, Doisneau confère une importance et une dignité à la culture de la rue, avec une attention particulière pour les enfants, dont il capte des moments de liberté et joue hors du contrôle des parents, nous transmettant une vision fascinante de la fragilité humaine. Le meraviglie della vita quotidiana sono così eccitanti; nessun regista può ricreare l'inaspettato che trovi per strada. Les merveilles de la vie quotidienne sont tellement excitantes; Robert Doisneau. |
Robert Doisneau Be bop en cave, Saint Germain des prés 1951 © Atelier Robert Doisneau |
INFORMAZIONI UTILI |
Date: dal 27/08/2020 al 20/09/2020 Luogo: PALAZZO PALLAVICINI Indirizzo: Via San Felice 24, 40122 Bologna Contatti: Cette adresse e-mail est protégée contre les robots spammeurs. Vous devez activer le JavaScript pour la visualiser. | cell: +39 331 347 1504 Facebook: www.facebook.com/palazzopallavicini Instagram: www.instagram.com/palazzopallavicini/ Orari e giorni di apertura Da giovedì a domenica dalle 11.00 alle 20.00 (chiusura biglietteria ore 19.00) Chiuso lunedì, martedì e mercoledì TARIFFE
- Gruppi (minimo 10 persone): € 8 (1 accompagnatore gratuito) - Scuole: € 5 (2 accompagnatori gratuiti per ogni classe) - Bologna Welcome e Card Cultura: € 8
UFFICIO STAMPA Giulia Giliberti cell: +39 391 772 6988 - email: press(at)palazzopallavicini.com |
Robert Doisneau Le baiser de l'hôtel de ville, Paris 1950 © Atelier Robert Doisneau |
ROBERT DOISNEAU biografia |
Robert Doisneau Les coiffeuses au soleil, Paris 1966 © Atelier Robert Doisneau |
Robert Doisneau nacque il 14 Aprile 1912 a Gentilly, Val-de-Marne, Parigi. Il padre, un idraulico, morì in servizio attivo durante la Prima Guerra mondiale quando Robert aveva circa quattro anni. La sua infanzia non fu semplice: perse all’età di sette anni anche la madre e da allora fu allevato da una zia non molto amorevole. Ebbe il suo primo contatto con l’arte a tredici anni iscrivendosi all'École Estienne, una scuola artigianale. Si diplomò nel 1929 in incisione e litografia e già a 16 anni cominciò a dedicarsi alla fotografia amatoriale. Stando a quel che si dice, era così timido che fotografava pietre e ciottoli prima di passare ai bambini e poi agli adulti. Ben presto trovò lavoro nel settore pubblicitario presso l'Atelier Ullmann, uno studio di grafica creativa specializzato nell'industria farmaceutica, dove iniziò a lavorare come disegnatore. In quel contesto estese la sua attività, assumendo prima il ruolo di aiuto fotografo e poi di fotografo ufficiale. Nel 1931 divenne assistente del fotografo modernista André Vigneau e nel 1932 vendette la sua prima storia fotografica alla rivista Excelsior. Due anni più tardi, iniziò a lavorare come fotografo pubblicitario per la fabbrica di automobili Renault a Boulogne-Billancourt, ma fu licenziato cinque anni dopo perché costantemente in ritardo. Decise quindi di occuparsi di pubblicità indipendente, dedicandosi al mondo dell'incisione e della fotografia da cartolina, in un momento in cui l'industria francese delle cartoline era la più grande d’Europa. Nel 1936, sposò Pierrette Chaumaison ed ebbero due figlie insieme: Annette (nata nel 1942) e Francine (nata nel 1947). In seguito, dal 1979 fino alla sua morte, Annette lavorò come sua assistente. |
Robert Doisneau La Cavalerie du Champs de Mars, Paris 1969 © Atelier Robert Doisneau |
Nel 1939 fu assunto da Charles Rado dell'agenzia fotografica Rapho. Viaggiò per tutta la Francia alla ricerca di storie da illustrare e fu così che realizzò le prime fotografie di strada professionali. Lavorò a Rapho fino allo scoppio della Seconda Guerra mondiale, dopodiché fu arruolato nell'esercito francese come soldato e fotografo. Rimase nell'esercito fino al 1940 e da allora fino alla fine della guerra nel 1945, usò le sua abilità artistiche per falsificare passaporti e documenti per la Resistenza francese. Alcune delle sue fotografie più memorabili furono scattate dopo la guerra. Tornò a lavorare come freelance vendendo i suoi scatti a Life e ad altre riviste internazionali. Si unì per breve tempo all'Alliance Photo Agency, ma nel 1946 si ricongiunse con l'agenzia Rapho e vi rimase per tutta la sua vita, nonostante l’invito di Henri Cartier-Bresson a unirsi alla Magnum. Nel 1948 fu assunto da Vogue come fotografo di moda. Ritrarre belle donne in ambienti eleganti non soddisfaceva Doisneau che ben presto fuggì dallo studio per continuare a dedicarsi alla fotografia di strada. Si immerse sempre di più nelle atmosfere di Parigi. Si immerse sempre di più nelle strade di Parigi e nel 1950 si unì al Gruppo XV di Rene-Jacques, Willy Ronis e Pierre Jahan, fondato nel 1946 a Parigi per promuovere la fotografia come forma d’arte e attirare l'attenzione sulla conservazione del Patrimonio Fotografico francese. Il suo lavoro raggiunse la maturità espressiva negli anni '50, ma gli anni '60 furono i suoi anni più intensi. Negli anni '70 l'Europa iniziò a cambiare e gli editori cercarono nuovi reportage che mostrassero il senso di una nuova era sociale. In tutta Europa, le riviste di fotografia vecchio stile erano in procinto di chiudere: fu la televisione a guadagnarsi l'attenzione del pubblico. Realizzò libri per bambini, fotografie pubblicitarie e ritratti di celebrità tra cui Alberto Giacometti, Jean Cocteau, Fernand Léger, Georges Braque e Pablo Picasso. Lavorò con scrittori e poeti come Blaise Cendrars e Jacques Prévert, ed è a con quest'ultimo che condivise la passione per la vita di strada che lo condusse a fotografare quelle scene quotidiane che la maggior parte della gente semplicemente ignorava. Morì il 1° aprile 1994 a Montrouge, Parigi, all'età di 81 anni. |
Robert Doisneau Les trois diadèmes, 1950 © Atelier Robert Doisneau |
Le sezioni della mostra |
Tratto dai testi di Francine Doisneau Deroudille Una storia di vita “Il progetto era contemporaneamente semplice e ambizioso: riassumere in poche immagini un'opera fotografica - quella di nostro padre - che si era formata in oltre 60 anni. È stato nel baule delle stampe vintage che abbiamo fatto la nostra prima selezione, mia sorella Annette e io. La scelta è stata istintiva e rapida, dettata dalla volontà di raccogliere fotografie fondamentali e associarle a scatti meno conosciuti, che avrebbero testimoniato il suo fototropismo verso le bellezze della vita quotidiana più ordinaria. La storia che ci è apparsa, composta da fotografie di sobborghi grigi, di fabbriche, di piccoli negozi, di bambini soli o ribelli, di guerra – al fianco della Resistenza, di un piccolo popolo parigino al lavoro o in festa, di alcuni scorci nella campagna francese, dell'incontro fugace tra artisti, di persone dello spettacolo, del mondo della moda, aveva tutte le caratteristiche di una storia autobiografica. Senza volere, abbiamo raccontato la sua vita.” |
Robert Doisneau Les frères, rue du Docteur Lecène, Paris 1934 © Atelier Robert Doisneau |
Più di una biografia “Eppure, osservando lo svolgersi della nostra selezione, emerge un mondo che non ha nulla a che fare con la realtà che abbiamo condiviso con lui: e il mistero che si viene a creare è infinitamente più interessante. Tutti i personaggi presenti nelle foto e che noi conosciamo bene sono sfuggiti con la loro poetica molto particolare per unirsi a un mondo completamente immaginario. "Il mondo che stavo cercando di mostrare era un mondo in cui mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che volevo ricevere. Le mie foto erano come la prova che questo mondo potesse esistere." disse a Frank Horvat nel 1990. E se accettiamo di lasciare le rive della realtà e di partire, come sembra aver fatto egli stesso, verso un universo di finzione, la lettura aneddotica delle immagini perde il suo interesse a favore di un vagabondaggio più universale, durante il quale ognuno è libero di portare la propria storia.” La coniugazione del verbo fotografare |
Robert Doisneau Le vélo de Tati, Paris 1947 © Atelier Robert Doisneau |
“È senza dubbio la sua capacità di lasciare la porta aperta al caso in ogni momento che rende così sconcertante l’analisi di fotografie la cui prima lettura risulta apparentemente semplice. “È sempre con l'imperfetto dell'obiettivo che si coniuga il verbo fotografare" diceva Jacques Prévert. E nostro padre coniugava il verbo fotografare dalla mattina alla sera, la sua vita era ritmata da scatti che invadevano l'appartamento di famiglia, il cui studio era il cuore pulsante. I giorni si svolgevano in un odore di iposolfito, scandito dal suono delle chiamate telefoniche, dal sibilo dell'otturatore della Rolleiflex, dalle emanazioni di calore del congelatore. A casa, la fotografia regnava sovrana.” Emozione, invenzione e disobbedienza “La fotografia veniva prima di tutto. Scatti industriali, talvolta pubblicitari, studi improvvisati in officina per realizzare copertine per riviste e libri. Lui ci metteva una cura scrupolosa, uno spirito di invenzione permanente, un gusto per il fai-da-te che aveva fatto dire a Blaise Cendrars "lavori come un circense" quando lo vide usare la fodera della propria giacca come decorazione per una copertina di un libro. Quello che ora viene chiamato il suo lavoro è stato costruito in questo modo, in una successione di momenti di disobbedienza, senza l'orgoglio di un'intenzione artistica preconcetta. Rifiutando le regole stabilite, non si è mai inchinato alle mode grafiche, distinguendosi da tutto ciò che ha identificato come sistema. Non voleva confondere l'emozione con una preoccupazione eccessivamente apparente per la composizione.” Un uomo gentile pieno d’umorismo “Lui, che era stato formato nella professione del disegno, si diceva ispirato più direttamente dagli scrittori che dagli artisti figurativi. Era un narratore. Il suo comportamento artistico voltò volontariamente le spalle a qualsiasi raffinatezza formale e permise all'imprevisto di intervenire come attore protagonista. Rifiutò l'esotismo, così come la fotografia di un reportage impegnato, che gli sembrava un'accusa brutale e talvolta teatrale. Questa successione di rifiuti potrebbe rimandare a una personalità spigolosa. Non lo era. La sua benevolenza era nota a tutti, il ritratto che più spesso viene tratteggiato di lui è quello di un uomo gentile, pieno di umorismo e fantasia, del quale la gentilezza e l'indulgenza per gli altri avrebbero potuto far dimenticare la profondità di riflessione e lo spirito irriducibile di indipendenza che lo caratterizzavano. Non odiava nulla tranne l'autorità, aveva un profondo senso di derisione e favoriva sempre la disobbedienza.” Un universo più accettabile “La sua ricerca essenziale era altrove, nell'incessante cattura dei piccoli momenti di un mondo che osservò acutamente per darci un riflesso modificato di esso. Ha dato vita a una finzione presa direttamente in prestito dalla realtà, lo ha fatto con grande economia di mezzi, ci ha offerto un universo più accettabile attraverso immagini scelte tra le numerose "proposte del caso". Se alla fine della sua vita fu superato da un successo che lo lasciò sbalordito e felice, non cedette mai alla vanità: "...ciò che non mi abbandona mai è il mio lato buffo; sono un ometto con il berretto tirato giù fino alle orecchie quando il tempo è brutto".” Re-incantare il reale “La fotografia è l'arte dell'illusione. Ciò che conta è che condividere uno sguardo può aiutarci a sopportare il reale. Di re-incantarlo, a volte. Che ci si veda l'osservazione di una realtà malinconica o la testimonianza di un'irrefrenabile gioia di vivere dipende dalla nostra storia. A ciascuno i suoi occhiali. Non pretendo di avere ragione, la parentela non mi dà alcun diritto di imporre una lettura su un lavoro di cui percepisco pienamente la complessità, ma l'ho sempre visto così preoccupato di offrirci un'immagine sopportabile di noi stessi, felice di regalarci un momento di grazia e di amicizia, che non posso fare a meno, guardando queste immagini che abbiamo selezionato per voi, di ascoltarlo mentre ci dice, usando le parole del suo amico Jacques Prévert: dovremmo cercare di essere felici, se non altro per dare l'esempio”. |
TARIFFE
- Gruppi (minimo 10 persone): € 8 (1 accompagnatore gratuito) - Scuole: € 5 (2 accompagnatori gratuiti per ogni classe) - Bologna Welcome e Card Cultura: € 7
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Robert Doisneau L'information scolaire, Paris 1956 © Atelier Robert Doisneau |
UFFICIO STAMPA Giulia Giliberti Email: press(at)palazzopallavicini.com | cell: +39 391 772 6988 Facebook: www.facebook.com/palazzopallavicini Instagram: www.instagram.com/palazzopallavicini/ |